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Certificazione di genere fuori dal nuovo Codice Appalti: l’occupazione femminile a rischio?

  • Categoria dell'articolo:Sostenibilità
Avviata a marzo 2022, la certificazione accreditata a norma UNI PdR 125 è stata un requisito per ottenere benefici fiscali e vantaggi negli appalti pubblici. A distanza di un anno, il nuovo Codice prevede novità per le aziende che partecipano ai bandi.

La bozza del nuovo codice degli appalti non contiene più alcun riferimento alla certificazione per la parità di genere (PdR 125), precedentemente prevista dall’art. 46 bis del Codice delle pari opportunità, e inserita dal Governo Draghi in linea con la missione 5 del PNRR. Inoltre, la premialità relativa alla parità di genere diventa facoltativa e senza criteri pre-definiti. Ciò significa che l’impianto introdotto dal PNRR missione 5 e dal nuovo Codice sulle pari opportunità viene smontato e amplia le modalità con cui un’impresa può dimostrare di adottare delle politiche per la parità tra i generi, sostituendo un’attestazione rilasciata da un soggetto terzo e imparziale con un’autocertificazione fornita dall’azienda stessa.

Modalità che tuttavia non offre le stesse garanzie della certificazione rilasciata sotto accreditamento, che è una forma di valutazione della conformità effettuata da un soggetto terzo, indipendente e imparziale. L’organismo di certificazione accreditato, infatti, svolgendo la propria attività con un alto grado di competenza, attestata mediante l’accreditamento, offre maggiori garanzie circa l’effettivo rispetto dei requisiti previsti dalla norma di riferimento.

Sconto della cauzione

Per i possessori di un sistema di gestione certificato ai sensi della Prassi, il vecchio Codice prevedeva uno sconto del 30% della cauzione non cumulabile con altre riduzioni, che l’operatore economico era chiamato a prestare per partecipare alle procedure di affidamento.

Il D.Lgs. 36/2023, invece, introduce una riduzione fino a un massimo 20% cumulabile con altre riduzioni previste dal Codice, a fronte del possesso di “Certificazioni o marchi”.

Il nuovo codice come tutela la parità di genere?

Il nuove codice, tutela la parità di genere all’articolo 102 , dove viene espressamente previsto che, nei bandi di gara, si potrà chiedere di assumere, fra gli altri, l’impegno a garantire le pari opportunità sia di genere che generazionali. Ma con quali criteri? Di certificazioni ce ne sono molte e diverse tra loro, oltre alla UNI/PdR 125, conosciamo la ISO 30415:2021 sulla Diversity and Inclusion, che ha stabilito le linee guida per i processi tipici di gestione delle Risorse Umane HR, orientati alla valorizzazione delle diversità: pianificazione della forza lavoro, remunerazione, assunzione, inserimento, apprendimento e sviluppo. Essa rappresenta di fatto una preziosa guida per l’efficace applicazione dei principi di “Diversity & Inclusion” nei processi aziendali introducendo un approccio improntato su un vero e proprio sistema di gestione che mira al miglioramento continuo.

Quali sono i principali benefici di una attestazione ISO 30415?

La scelta di un’organizzazione di far valutare il livello di maturità porta al raggiungimento di numerosi benefici per l’azienda:
– Organizzare un framework D&I che permette di gestire in maniera efficiente la varietà delle iniziative sul tema
– Comunicare verso l’esterno il proprio impegno nel valorizzare le diversità e l’essere inclusivi, con ricadute positive a livello reputazionale.

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