In vigore la nozione più ampia di discriminazione sul lavoro. Per le aziende virtuose sconto dell’1% sui contributi fino a 50mila euro all’anno
L’impegno delle aziende sui temi della diversità e inclusività sta diventando sempre più importante: la propensione a consigliare un brand aumenta quando le aziende sono inclusive. La Parità di genere è uno dei 17 obbiettivi fissati dall’ONU per lo sviluppo sostenibile (SDGs n.5) ed è il focus della Missione n.5 del PNRR italiano, il quale trova la sua applicazione nella Prassi di Rifermento UNI/PdR 125:2022 che definisce le linee guida di un sistema di gestione per la parità di genere.
La Prassi UNI è al momento l’unico standard nazionale sulla materia ed è stato predisposto da un ampio tavolo di parti interessate, che costituiscono lo stato dell’arte sul pensiero e sull’azione relativamente alla tematica “parità di genere”.
La UNI/PdR 125:2022 è la prassi che definisce i temi da trattare per supportare l’empowerment femminile all’interno dei percorsi di crescita aziendale e nello stesso tempo evitare stereotipi, discriminazioni e ri-orientare la cultura aziendale in modo che possa essere sempre più inclusiva e rispettosa delle competenze femminili.
La Prassi di Riferimento sarà lo standard legato alla Certificazione Nazionale voluta dal PNRR alla Missione n. 5 e collegata alle premialità in termini di sgravi sui contributi previdenziali per le assunzioni a partire dal 1/1/2022 e punteggi premianti per gare pubbliche.
L’ottenimento della certificazione valorizza l’impegno delle aziende nello sviluppare e comunicare politiche relative alla parità di genere.
A chi si rivolge?
Tutte le organizzazioni, pubbliche o private, che abbiano implementato politiche a supporto della parità di genere possono richiedere la certificazione secondo la PdR 125:2022 senza limiti di dimensione e mercato di riferimento
Quali sono i vantaggi della certificazione?
La Certificazione del Sistema di Gestione della Parità di genere permette alle organizzazioni di:
- dimostrare agli stakeholder interni ed esterni il proprio impegno sulla tematica, in armonia con gli stream a livello nazionale ed europeo;
- avere un modello di gestione che permetta di identificare KPI sempre disponibili ed aggiornati, utili anche per la rendicontazione di genere prevista dalla normativa italiana (Codice Pari Opportunità ed aggiornamenti) o per rendicontazioni quali i Bilanci di sostenibilità o modelli quali SA8000;
- ottenere sgravi contributivi e premialità nella partecipazione a bandi della PA italiana i in relazione alle misure previste dal PNRR (Missione n.5).
Il rapporto e la certificazione
Le aziende con più di 50 dipendenti dovranno redigere ogni due anni e trasmettere alle rappresentanze sindacali un rapporto sulla situazione del personale con il numero dei lavoratori occupati ed eventualmente assunti nell’anno suddivisi per sesso, le differenze tra le retribuzioni iniziali dei lavoratori di ciascun sesso, l’inquadramento contrattuale e la funzione svolta da ciascun lavoratore, l’importo della retribuzione complessiva e dei bonus riconosciuti a ciascun lavoratore. Non deve essere riportata l’identità dei lavoratori, ma solo il sesso.
La certificazione di parità
Dal 1° gennaio 2022 entra in vigore la certificazione della parità di genere, che attesta le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere. Le aziende con la certificazione avranno uno sconto sui contributi da versare, fino all’1%, nel limite di a 50mila euro ad azienda, con un tetto di spesa di 50 milioni nel 2021.