La ISO 9001:2015, l’ultimo aggiornamento della norma ISO 9001, funziona molto bene nelle multinazionali e nelle piccole e medie imprese ma l’approccio che prevede è adatto ad organizzazioni molto più piccole come le microimprese, cioè, secondo la pubblicazione della Commissione Europea “User’s Guide to Defining SMEs“, le organizzazioni con meno di 10 dipendenti e con un fatturato annuo inferiore ai due milioni? Non è una domanda da poco, visto che più del 90% delle aziende italiane sono costituite da microimprese e che questa tipologia di imprese ha generato grandi cambiamenti all’interno delle economie di molti paesi, creando fonti di occupazione e una maggiore diversificazione del mercato.
Partiamo dalle definizioni, tenuto conto che si cercherà di essere generici e che nella definizione di microimpresa dovrebbe avere un peso anche il settore, dal momento che “micro” nel settore produttivo potrebbe voler dire una cosa mentre, se applicato all’attività di un fiorista o di una società di consulenza, potrebbe significare ben altro. Stando, però, sul generale le microimprese, solitamente, hanno processi spesso meno formalizzati delle organizzazioni più grandi, sono spesso in una fase di forte crescita, hanno al massimo due livelli gerarchici e un top management composto da una o due persone al massimo, si muovono spesso in ambienti molto creativi e impiegano persone che partecipano a (quasi) tutti i processi.
Iniziamo cercando di capire come debbano fare le microimprese a decidere se una certificazione ISO 9001 possa o meno essere utile al loro business. La prima domanda da farsi è relativa alla motivazione per cui si vorrebbe implementare la ISO 9001:2015 che andrà individuata tra quelle interne (come, ad esempio, il desiderio di migliorare i propri processi e il proprio lavoro) e quelle esterne (ad esempio la spinta alla certificazione derivante dai clienti). Stilare i propri obiettivi e le motivazioni che fanno propendere verso la certificazione aiuta a compiere il primo passo per chiarirsi le idee.
L’applicazione di un sistema di gestione per la qualità contribuisce, quindi, a migliorare la parte operativa di una microimpresa, garantendo la soddisfazione del cliente grazie a una qualità adeguata e ragionevole e non è poco se teniamo conto del tasso di mortalità di questo tipo di imprese che, spesso, non hanno le conoscenze manageriali necessarie per restare in vita e sono impreparate ad affrontare la concorrenza. Queste realtà, infatti, nascono spesso perché le persone perdono il lavoro e decidono di diventare imprenditori o quando hanno bisogno di far crescere le loro fonti di reddito, pertanto è estremamente probabile che non si sia ben preparati per una tale sfida.
Infine, vogliamo sfatare una delle tante leggende metropolitane che riguardano la qualità e la ISO 9001 e che possiamo riassumere più o meno così: chi ha una microimpresa non può permettersi di pianificare ed, essendo la ISO 9001:2015 basata in gran parte sulla pianificazione, non è una norma adatta a realtà così piccole e in continua evoluzione. Beh, permetteteci di dire che, messa in questi termini, l’affermazione si rivela essere una grande sciocchezza senza alcun fondamento perché un buon piano non è altro che la formalizzazione di un percorso che si intende fare e che offre indicazioni su come allineare il lavoro quotidiano con la vision dell’organizzazione. Il comportamento di un’organizzazione è direttamente influenzato dalla vision e dai suoi valori guida e un piano non è altro che l’esemplificazione di questa visione o, se preferite, la rappresentazione della strada che, partendo dalla vision, arriva alla realtà. Il problema, probabilmente, è rapppresentato dal fatto che molti pensano che le microimprese non abbiano bisogno di pianificare perché vedono i piani come un mondo a parte rispetto alla visione, ai valori, alle passioni e ai principi di un’organizzazione. Se si vive la pianificazione come qualcosa di avulso e distaccato dalle persone e dai comportamenti di un’organizzazione, beh è del tutto comprensibile che non si auspichi questa strada per una piccola azienda (ma noi aggiungiamo che qualcosa del genere non è auspicabile nemmeno per una grande impresa!).
Un piano è estremamente importante per qualsiasi tipo di organizzazione ma potremmo dire che, forse, è ancora più importante per aziende così piccole e poco strutturate, ad esempio per trovare il giusto equilibrio tra la vita e il lavoro, per decidere se e come crescere, per rimanere motivati nel fare business, per liberarsi dalla paura delle crisi, per decidere se e quando accettare o rifiutare nuove opportunità, ecc. L’errore più comune che le persone fanno quando avviano una piccola attività è proprio quello di non porsi le domande difficili che sfocerebbero in un piano. Pianificare, quindi, è fondamentale ma è importante che non si perda di vista il fatto che una microimpresa è una sorta di microcosmo che richiede processi molto meno formali o stringenti e che la pianificazione non fa eccezione. Poiché i tempi legati al sistema causa-effetto sono molto più brevi in imprese di questo tipo, mantenere un certo grado di flessibilità o adattabilità è davvero molto saggio quando si pianifica.
fonte qualitiamo.com